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Giuseppe Conte si dimette, incolpando Salvini per i guai

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Giuseppe Conte
Giuseppe Conte si dimette, incolpando Salvini per i guai

Il primo ministro Giuseppe Conte, rivolgendosi al parlamento dopo essere stato richiamato dalla sua pausa estiva per decidere il futuro del governo di poco più di un anno, ha accusato il capo del partito della Lega Salvini di cercare di incassare la sua crescente popolarità.

“Alla fine di questo dibattito mi recherò dal presidente della Repubblica per dimettermi”. Lo ha detto il premier, Giuseppe Conte, intervenendo nell’Aula del Senato.

“La crisi in atto compromette l’azione di questo governo che qui si arresta”, ha sottolineato durante il suo discorso.

“Ora il presidente della Repubblica – ha aggiunto – guiderà il Paese in questo passaggio delicato. Colgo l’occasione per ringraziarlo per il sostegno che mi ha dato”.

Le mie comunicazioni in diretta dal Senato

Posted by Giuseppe Conte on Tuesday, August 20, 2019

«Far votare i cittadini è l’essenza della democrazia. Sollecitarli a votare ogni anno è irresponsabile», ha argomentato il premier.

Giuseppe Conte, che non appartiene a nessuno dei due partiti della coalizione, dovrà consegnare le dimissioni più tardi nel corso della giornata, consentendo al capo di stato di avviare consultazioni formali con i partiti per vedere se è possibile formare una nuova coalizione.

In caso contrario, il presidente Sergio Mattarella scioglierebbe il parlamento.

Atteggiamenti contrapposti degli alleati

A volte Salvini scosse la testa, alzò gli occhi al cielo o fece un cenno ai senatori della Lega mentre il primo ministro aveva scatenato la sua feroce critica alle azioni di Salvini nelle ultime due settimane.

Salvini, che si è trasferito a sedersi con i suoi senatori della Lega per dare la sua risposta, ha respinto i commenti di Conte, dicendo che altri partiti avevano paura di andare alle elezioni e di perdere il lavoro.

Ha detto che il suo obiettivo politico era quello di sfidare le regole fiscali dell’Unione Europea, che ha incolpato per l’impoverimento del Paese, osservando che Roma avrebbe dovuto spendere almeno 50 miliardi di euro ($ 55 miliardi) per stimolare l’economia cronicamente debole.

“Non ho paura”, ha aggiunto.

Dall’altra parte di Conte sedeva Luigi Di Maio, capo del socio della coalizione ormai estraniata della Lega, il Movimento 5 stelle, che è stato marchiato come ostruzionista da Salvini negli ultimi 12 giorni, da quando ha staccato la spina della loro alleanza.

Salvini ha richiesto elezioni anticipate, 3-1/2 anni prima del previsto, fiducioso della sua crescente popolarità che lo porterà al potere come primo ministro e spingerà l’anti-stabilimento 5S in opposizione.